Dal 19 al 20 maggio all’Hotel Serena Majestic di Montesilvano (PE) si tiene la Prima Conferenza Organizzativa Nazionale di Confintesa, la confederazione sindacale nata giuridicamente nel 2003 ma operativamente attiva dallo scorso gennaio dopo la rottura dell’accordo che Intesa-Funzione Pubblica aveva stretto con l’Ugl al fine di rafforzare la rappresentatività nel settore del pubblico impiego.
A seguito delle posizioni assunte dai dirigenti di Intesa, che vide tutti i rappresentanti del sindacato autonomo schierarsi contro le scelte operate dalla componente che faceva capo all’ex segretaria Renata Polverini, ci fu la rescissione dell’accordo e ognuno andò per la sua strada. E’ bene ricordare che a seguito delle due ordinanze del tribunale di Roma che annullarono la nomina di Paolo Capone a segretario generale – il quale però continuò a autoproclamarsi segretario generale dell’Ugl – i suoi oppositori nominarono segretario generale Taddeo Albanese che proveniva proprio dalle fila di Confintesa. In quel periodo, con la presenza di due segretari generali, furono messi in discussione relazioni industriali sia con la Fiat che con l’Associazione Bancaria Italiana, gli istituti di credito cominciarono a mettere in dubbio la “legittimità” della sola firma di Capone sui conti correnti intestati all’Ugl mentre si è andato avanti a suon di espulsioni e di diffide giudiziarie.
Tutto si è concluso, almeno in parte, con l’accordo siglato a gennaio scorso dove Albanese rinunciava a dichiararsi segretario generale e Intesa-FP usciva di scena dall’Ugl. Oggi, a quasi 5 mesi da quell’accordo, Confintesa, strutturata e rafforzata organizzativamente in categorie, cerca di lanciare il suo messaggio per allargare i suoi confini e l’ambito di attività anche al di fuori del pubblico impiego. In un comunicato emanato dalla segretaria generale di Confintesa si legge che “gli stati generali della Confederazione, provenienti da tutta Italia, s’incontreranno per confrontarsi sul loro operato e sull’organizzazione che si darà la Confederazione per il futuro, anche alla luce della crisi di credibilità di cui soffre la rappresentanza sociale.” Il comunicato prosegue con le parole del segretario generale di Confintesa, Francesco Prudenzano, il quale afferma che “Saranno due giornate ricche, riservate al confronto sulle tematiche interne del nostro sindacato, faremo workshop e definiremo le linee guida delle nostre attività, per discutere le nostre proposte in un evento pubblico il 22 giugno prossimo, alla presenza di personalità della politica, del mondo del lavoro e della comunicazione.”
Prudenzano prosegue dichiarando che “In queste due giornate vorremo dar voce a chi lavora da mesi per far si che il nostro sindacato diventi sempre più rappresentativo. Perché solo attraverso il dialogo e la condivisione delle decisioni è possibile costruire strutture solide, e il nostro sindacato mette al primo posto proprio la condivisione.” Insomma un vero guanto di sfida lanciato al mondo sindacale ma principalmente rivolto verso gli “ex amici” dell’ Ugl che ancora resistono all’interno di una confederazione dove i problemi creati dalla crisi organizzativa a seguito dell’inchiesta che ha coinvolto l’ex segretario Centrella ancora non sembrano risolti. Sappiamo che molte Federazioni di categoria, che sono uscite dall’Ugl ma non hanno aderito a Confintesa, parteciperanno ai lavori di Montesilvano a dimostrazione dell’interesse che la mossa di Francesco Prudenzano e dei suoi sindacalisti ha catalizzato su questa nuova realtà confederale. Non è difficile immaginare che l’ambizione di Prudenzano e dei suoi sia quella di “sostituirsi”, nell’agone sindacale, all’Ugl che sta trasferendo i suoi problemi anche al suo patronato, l’Enas, che, avendo problemi con il Ministero del Lavoro, non riesce a pagare da alcuni mesi gli stipendi ai suoi dipendenti e che ha ricevuto molte ingiunzioni di pagamento da ex dipendenti che non riescono a ricevere le spettanze del TFR.
In questa situazione il tentativo di Confintesa di “rottamare” l’Ugl è notevolmente facilitato, anche se coloro che all’interno del sindacato dove la Polverini fa ancora la voce grossa ancora cercano di “resistere” non hanno dimenticato il fatto di aver siglato un accordo che ha letteralmente lasciato a terra molti dirigenti che insieme a Prudenzano e Albanese avevano condotto una battaglia di rinnovamento. Rimane il pragmatismo delle cose che oggi registra un Ugl al tappeto con l’arbitro che sta contando fino a 10, non sapendo se chi è al tappeto avrà la forza di rialzarsi, e una Confintesa che parla un linguaggio di autonomia dai partiti inteso come presupposto non di “estraneità” ma di “non dipendenza” da qualsiasi formazione politica ma soprattutto sta aumentando i consensi in tutte le categorie dove è organizzata. Questa autonomia, nell’Ugl, non sembra possa essere garantita dalla presenza ingombrante di Renata Polverini che, tra l’altro, ha mobilitato l’Ugl a favore del candidato sindaco di Roma Marchini e della capolista di Forza Italia, Alessandra Mussolini non risparmiando giudizi caustici per Giorgia Meloni. Tutto legittimo se non fosse per il fatto che un sindacato, che riunisce lavoratori di tutti i partiti, non può organizzare riunioni politiche mascherate da assemblee sindacali.
Verrebbe da dire, come recita una nota pubblicità, che a Confintesa piace vincere facile ma la strada è lunga e tutta ancora in salita. Vediamo cosa uscirà da questa conferenza organizzativa e soprattutto aspettiamo di vedere cosa succederà nella preannunciata manifestazione romana del 22 giugno dove molto probabilmente si scopriranno meglio le carte e chissà se fra un mese anche la magistratura non abbia messo la parola fine alle indagini partite con il caso Centrella dove è finita la biancheria intima che risulterebbe acquistata dalla Polverini con le carte di credito del sindacato. Una cosa è certa: nello stagno sindacale italiano “gli autonomi” sono avvantaggiati dal fatto che il loro “potere reale” sono i lavoratori e non le formazioni politiche ma soprattutto garantisce che la democrazia interna e il rispetto delle regole siano al primo posto per far si che un sindacato di lavoratori voglia definirsi tale.